RICERCA PER CASATO

Un dono per la comunità di Roccaromana

Con gesto di profonda devozione e sincera generosità, il Principe Paolo Di Giovine di Roccaromana, curatore e capostipite della “Fondazione delle Opere Caritatevoli”, ha voluto lasciare un segno tangibile e duraturo nella storia spirituale della sua comunità. Grazie al suo impegno personale e al sostegno di Marco Pilla e della sua associazione Araldicando, è stato possibile realizzare il rifacimento dell’altare della Chiesa di San Cataldo, autentico cuore pulsante della vita religiosa di Roccaromana.

L’opera, concepita e portata a termine sotto la guida pastorale di Don Marcello Santagata, ha preso forma attraverso la mano esperta del Maestro Gino Rispoli, che ha saputo coniugare il valore dei materiali con la sacralità del luogo, dando vita a un altare che esprime in modo armonioso la fusione tra arte e fede. Ogni dettaglio di questo nuovo altare è pensato per suscitare emozione e raccoglimento, restituendo alla comunità uno spazio liturgico che non è soltanto ornamento, ma vero e proprio simbolo di un rinnovato legame tra l’uomo e il divino.

Ma ciò che rende questa iniziativa particolarmente significativa è il suo radicarsi nel concetto di nobiltà contemporanea. Non più e non solo nobiltà come memoria storica, fatta di titoli e blasoni, ma nobiltà come responsabilità verso la collettività, come impegno culturale e sociale, come volontà di trasformare i valori in azioni concrete. In questa prospettiva, il gesto del Principe Paolo Di Giovine si colloca in continuità con la grande tradizione del mecenatismo cristiano, che nei secoli ha permesso di arricchire e custodire il patrimonio artistico delle chiese, ma assume al tempo stesso un valore nuovo, quello di una nobiltà viva, attuale, profondamente intrecciata con i mestieri, con l’arte, con la cultura e con la solidarietà.

È proprio questa la dimensione che Araldicando e il suo fondatore Marco Pilla intendono promuovere, una nobiltà che non si esaurisce nel ricordo del passato, ma che trova nel presente la sua vera forza. Una nobiltà che si manifesta non nelle parole, ma nei fatti, non nell’apparenza, ma nelle opere, non in un privilegio statico, ma in una missione dinamica di sostegno, custodia e valorizzazione del bene comune.

Così, l’altare della Chiesa di San Cataldo diventa molto più di un arricchimento artistico e spirituale, ma si fa testimonianza concreta di come la nobiltà possa ancora oggi essere un motore di bellezza, un ponte tra tradizione e modernità, un simbolo di speranza e di rinnovamento. La comunità di Roccaromana accoglie questo dono non solo come un’opera da ammirare, ma come un’eredità viva che rafforza l’identità del borgo, alimenta la fede e offre un esempio luminoso di ciò che significa essere nobili oggi.

Servire, Costruire, Tramandare.

In questo segno, che unisce fede e cultura, tradizione e futuro, si riconosce il valore più autentico della nobiltà. Non un titolo scritto nei registri, ma un impegno scolpito nella vita delle persone e nel cuore della comunità.

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