RICERCA PER CASATO

Ricerche Araldiche

Lo studio Araldico Pilla, accessibile attraverso il sito Titoli Nobiliari, è un’organizzazione specializzata in ricerche araldiche e genealogiche. Offre servizi di consulenza per l’identificazione, la descrizione e la documentazione degli stemmi familiari, nonché per la ricostruzione delle genealogie.

La ricerca araldica è la disciplina che si occupa dello studio degli stemmi, o blasoni, e degli elementi grafici e ornamentali che li compongono. Questa disciplina analizza l’origine, l’evoluzione e il significato degli stemmi, fornendo una descrizione tecnica nota come “blasonatura”. Le ricerche araldiche possono coinvolgere l’analisi di documenti storici, registri genealogici e altre fonti archivistiche per tracciare la storia e l’evoluzione degli stemmi familiari.

L’Istituto Araldico Pilla si dedica a queste attività, offrendo supporto a coloro che desiderano approfondire la storia della propria famiglia attraverso lo studio degli stemmi e delle genealogie. Attraverso il sito Titoli Nobiliari, l’istituto mette a disposizione risorse e servizi per facilitare queste ricerche, contribuendo alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio araldico e genealogico.

Titoli Nobiliari

I titoli nobiliari sono appellativi assegnati storicamente per riconoscere una persona come membro dell’aristocrazia o della nobiltà, una classe sociale elevata. Originariamente, questi titoli venivano concessi dai monarchi o dai sovrani per premiare lealtà, servizio o merito verso il regno, ed erano spesso accompagnati da privilegi come diritti su terre e poteri governativi. Con il tempo, i titoli nobiliari sono diventati anche ereditari, trasmettendosi di generazione in generazione e rafforzando così le dinastie e le famiglie nobili.

I principali titoli nobiliari e i loro significati:

  1. Re/Regina – Il titolo più alto, assegnato a chi governa un regno.
  2. Principe/Principessa – Utilizzato per indicare i membri della famiglia reale, generalmente i figli del re o della regina. In alcuni stati, come Monaco o Liechtenstein, i principi sono anche sovrani.
  3. Duca/Duchessa – Un alto titolo nobiliare, spesso assegnato a chi governa un ducato o una regione importante. I duchi avevano spesso diritti amministrativi o di governo nelle loro terre.
  4. Marchese/Marchesa – Questo titolo era dato a coloro che governavano una “marca” (una zona di confine del regno) e dovevano difenderne i confini, rappresentando così una posizione di notevole importanza strategica.
  5. Conte/Contessa – Un titolo che indicava chi amministrava un “contado” (una contea). I conti gestivano territori e potevano riscuotere tasse, esercitare giurisdizione e mantenere l’ordine.
  6. Visconte/Viscontessa – Originariamente un vice-conte, questo titolo rappresentava una posizione inferiore al conte e gestiva territori di minore importanza.
  7. Barone/Baronessa – Uno dei titoli nobiliari minori, con cui si indicavano signori feudali o proprietari terrieri. Pur essendo nobili, i baroni spesso avevano meno privilegi rispetto ai conti o ai duchi.
  8. Cavaliere/Dama – Questo titolo onorifico veniva conferito a chi si era distinto per atti di coraggio o servizio. Anche se tecnicamente nobile, il cavaliere non sempre deteneva terre o potere amministrativo.

Altri titoli e usi particolari:

  • Signore/Signora – In alcune aree, come nell’Italia medievale, i signori erano nobili che governavano città o territori senza l’investitura formale di un re.
  • Nobile/Patrizio – In contesti urbani, specialmente in Italia, il titolo di patrizio designava membri delle famiglie nobili senza necessità di un feudo, come nella nobiltà veneziana.

Titoli nobiliari contemporanei

Nella nobiltà contemporanea, i titoli onorifici sono rimasti perlopiù simbolici, rappresentando un legame storico e culturale con la tradizione aristocratica, piuttosto che un reale potere o privilegio amministrativo. Anche se molti di questi titoli non comportano più diritti legali o possedimenti territoriali, continuano ad avere un’importante funzione sociale e a rappresentare un certo prestigio, sia per l’individuo sia per la famiglia a cui appartiene.

Ecco una panoramica dei principali titoli onorifici nella nobiltà contemporanea, con il loro valore simbolico attuale:

1. Duca/Duchessa

  • Titolo molto prestigioso che evoca una lunga storia e tradizione. Anche se oggi non comporta più un effettivo governo di un ducato, essere un duca o una duchessa significa far parte dell’élite nobiliare e spesso comporta inviti ad eventi di alto livello sociale e un riconoscimento nelle sfere della filantropia e della cultura.

2. Marchese/Marchesa

  • Il marchese è un titolo meno comune ma sempre rispettato. Viene spesso associato a famiglie con un ruolo storico nella difesa dei confini nazionali o nella gestione di aree strategiche. Essere marchese è considerato simbolo di lignaggio e tradizione nobiliare.

3. Conte/Contessa

  • Tra i titoli più diffusi nella nobiltà europea, i conti e le contesse sono figure di rilievo in ambito culturale, artistico e filantropico. Pur non avendo più poteri su terre o popolazioni, molti di loro partecipano ad attività sociali e di beneficenza che danno continuità al ruolo di protezione e supporto che avevano in passato.

4. Visconte/Viscontessa

  • Un titolo che, come nel passato, indica una posizione intermedia tra il conte e il barone, anche se oggi non ha più implicazioni amministrative. Tuttavia, essere visconte o viscontessa rimane un segno di appartenenza a un’antica e rispettata famiglia.

5. Barone/Baronessa

  • Questo titolo è tra i più umili all’interno della nobiltà, ma ancora molto diffuso e rispettato. Oggi i baroni e le baronesse sono spesso associati a eventi culturali e filantropici e contribuiscono a mantenere viva la tradizione nobiliare nelle loro comunità.

6. Cavaliere/Dama

  • Questi titoli sono concessi per meriti particolari anche in epoca contemporanea, e sono più accessibili a persone di origine non aristocratica. I cavalieri e le dame sono onorati per i loro contributi alla società, alla cultura, alla scienza o alla beneficenza, e vengono spesso insigniti da ordini cavallereschi nazionali o internazionali (come l’Ordine di Malta o l’Ordine del Santo Sepolcro).

Ordini Cavallereschi e Titoli Conferiti dallo Stato

In molti paesi, le monarchie o le repubbliche hanno continuato a riconoscere ordini cavallereschi per premiare il merito civile e militare, senza riferimento alla nobiltà ereditaria:

  • In Italia: esistono ordini come l’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, che conferiscono titoli come Cavaliere o Commendatore, assegnati per meriti particolari senza alcuna distinzione ereditaria.
  • Nel Regno Unito: l’Ordine della Giarrettiera o l’Ordine dell’Impero Britannico riconoscono i contributi di individui eminenti, con titoli come Sir o Dame.

Il Ruolo Sociale dei Titoli Onorifici

Nella società moderna, questi titoli onorifici, più che identificare potere o possedimenti, servono ad attribuire un’identità legata al merito, al lignaggio e alla tradizione. Spesso, i titolari di questi onorifici sono coinvolti in cause benefiche, in eventi di rappresentanza culturale o in iniziative che promuovono il patrimonio storico e artistico del loro paese, mantenendo vivo il ruolo di guida sociale e morale che la nobiltà aveva un tempo.

In sintesi, i titoli onorifici della nobiltà contemporanea sono espressioni di eredità culturale e simboli di prestigio, anche se svincolati da autorità o potere reali.

TITOLI NOBILIARI ONORIFICI PER IDENTIFICAZIONE PERSONALE

Un “principe per identificazione personale,” non legato alla discendenza familiare ma orientato da valori etici e umani, conferisce oggi titoli nobiliari onorifici come riconoscimento formale delle qualità di una “nobiltà contemporanea,” distaccata dai privilegi di nascita.

1. Fondazione di un Codice Etico Nobiliare

Il “principe” contemporaneo stabilisce un insieme di principi e valori che definiscono la sua visione di “nobiltà” oggi, inclusi impegno sociale, integrità, empatia, eccellenza, rispetto e difesa dei diritti umani. Questo codice trasforma il titolo nobiliare in un onore simbolico e in un impegno personale per chi lo riceve, riconoscendo un’espressione concreta di tali ideali.

2. Criteri di Conferimento

Il titolo è concesso a persone che dimostrano, attraverso azioni e scelte di vita, dedizione a valori come equità, giustizia e rispetto per l’umanità. Il “principe” istituisce un “Ordine Nobiliare” contemporaneo, che valorizza individui distinti per il loro impatto positivo sulla società, indipendentemente dall’origine sociale o dal patrimonio familiare.

3. Procedura e Cerimonia di Conferimento

Il conferimento del titolo avviene tramite una cerimonia o riconoscimento formale, che non implica diritti nobiliari o privilegi giuridici, ma simboleggia l’impegno etico di chi lo riceve. Il nuovo “nobile” riceve un attestato o una dichiarazione ufficiale che rappresenta simbolicamente il proprio impegno verso i principi della nobiltà moderna.

4. Titoli Simbolici e Funzione Sociale

I titoli conferiti includono appellativi come “Cavaliere della Solidarietà,” “Conte dell’Integrità,” o “Marchese della Compassione,” riconoscendo aspetti specifici della nobiltà contemporanea legati alle caratteristiche e ai contributi di una persona alla società. In questo modo, il titolo assume una funzione non solo onorifica, ma anche di esempio per chi intende emulare tali azioni e atteggiamenti.

5. Un Titolo di Nobiltà per il Bene Comune

In un contesto in cui la nobiltà si avvicina più alla coscienza sociale che alla discendenza, il conferimento di un titolo onorifico basato sulla nobiltà interiore diventa una pratica che onora chi agisce per il bene collettivo e del pianeta. Il titolo simboleggia un riconoscimento sociale delle azioni e del valore etico di una persona, creando un’eredità di nobiltà accessibile a chiunque decida di vivere secondo questi ideali universali.

In questo modello, il “principe” non è solo un riconoscitore, ma anche un promotore di un’etica inclusiva, proponendo una nobiltà accessibile e universale, incarnata da chi dimostra un autentico impegno verso il bene collettivo.

Ottenere un Titolo Nobiliare

Sebbene la Repubblica Italiana non riconosca ufficialmente i titoli nobiliari, questi possono rappresentare un simbolo di prestigio personale e culturale.

Come ottenere un titolo nobiliare onorifico

I titoli sono concessi gratuitamente, essendo titoli nobiliari onorifici. Vengono concessi ad individui che si distinguono per meriti personali e dedizione alla cultura. Questi titoli, sebbene non abbiano valore legale in Italia, possono essere un riconoscimento simbolico del proprio impegno e status sociale.

Iter per l’ottenimento del titolo

Dopo aver preso visione della posizione del richiedente, cureremo tutta la documentazione necessaria per la richiesta di ottenimento del titolo.

Il processo prevede:

Realizzazione di una monografia contenente la storia della famiglia del richiedente.

Creazione di uno stemma ex novo, in linea con le tradizioni araldiche.

Registrazione dello stemma, accompagnata da una perizia giurata di corretta esecuzione araldica.

Apostille della documentazione per il Paese di provenienza del richiedente, garantendo la validità della certificazione all’estero.

Costi

I costi relativi ai servizi professionali di consulenza araldica sono evidenziati nella pagina servizi e costi.

Teniamo a precisare che tutti i servizi forniti saranno regolarmente fatturati.

MONOGRAFIA ARALDICO-GENEALOGICA

La monografia nel settore araldico-genealogico rappresenta un’opera di ricerca approfondita che analizza e documenta la storia, le origini e l’evoluzione di un determinato casato, famiglia o ente araldico. Questo studio utilizza metodologie rigorose per ricostruire il lignaggio, interpretare blasonature e collocare storicamente le figure trattate. Il presente lavoro illustra le caratteristiche fondamentali di una monografia araldico-genealogica, la sua struttura e le implicazioni scientifiche nell’ambito degli studi storici e antropologici.

1. Introduzione

L’araldica e la genealogia sono discipline strettamente collegate, poiché entrambe si occupano dello studio delle origini e delle evoluzioni delle famiglie, dei loro simboli e della loro posizione nella storia. La monografia araldico-genealogica è uno strumento essenziale per raccogliere e analizzare queste informazioni con un approccio sistematico e scientifico.

2. Definizione e caratteristiche della monografia araldico-genealogica

La monografia araldico-genealogica è uno studio dettagliato su un particolare casato o lignaggio, includendo:

  • Analisi genealogica: Ricostruzione delle discendenze attraverso documenti storici, registri ecclesiastici e fonti notarili.
  • Blasonatura araldica: Descrizione degli stemmi con il linguaggio tecnico specifico della disciplina araldica.
  • Contesto storico e sociale: Collocazione della famiglia o dell’ente araldico nella società del tempo.
  • Fonti e metodologia: Uso di fonti primarie e secondarie per garantire la scientificità della ricerca.

3. Metodologia di ricerca

Per realizzare una monografia araldico-genealogica, è necessario seguire una metodologia rigorosa:

  1. Raccolta delle fonti primarie e secondarie
    • Archivi di Stato
    • Registri parrocchiali
    • Testamenti e atti notarili
    • Bibliografia specializzata
  2. Analisi critica delle fonti
    • Verifica dell’autenticità e attendibilità dei documenti
    • Confronto tra le diverse fonti per evitare discrepanze
  3. Interpretazione araldica
    • Studio degli stemmi in base alle regole araldiche
    • Identificazione di eventuali variazioni e loro significato storico

4. Struttura di una monografia araldico-genealogica

Una monografia ben strutturata dovrebbe includere:

  1. Introduzione: Presentazione del soggetto e degli obiettivi della ricerca.
  2. Capitolo storico: Contesto storico in cui la famiglia o l’ente araldico si è sviluppato.
  3. Sezione genealogica: Albero genealogico e descrizione delle linee di discendenza.
  4. Analisi araldica: Studio dettagliato dello stemma, significato dei simboli e variazioni nel tempo.
  5. Conclusioni: Sintesi dei risultati e prospettive future di ricerca.
  6. Bibliografia e fonti: Elenco dettagliato delle fonti consultate per garantire la scientificità del lavoro.

5. Applicazioni della monografia araldico-genealogica

  • Ricerca storica e accademica: Contributo alla storia delle famiglie nobiliari e borghesi.
  • Ricostruzione dell’identità familiare: Strumento per chi intende riscoprire le proprie origini.
  • Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale: Documentazione di stemmi e genealogie a rischio di scomparsa.

6. Conclusione

La monografia araldico-genealogica costituisce un’importante risorsa per la ricerca storica e culturale, contribuendo alla conservazione del patrimonio araldico e familiare. L’approccio scientifico e metodologico garantisce la validità delle informazioni e la loro utilità per studiosi, genealogisti e appassionati di storia.

Pilla

 

 

Pilla

Etimologia

La “pilla” nell’antichità era un contenitore in terracotta o in cemento, usato per lo più per contenere l’acqua. Troviamo la ”pilla” anche nel mondo ecclesiastico, infatti essa veniva utilizzata per trasportare l’acqua santa.

La pilla in terracotta, veniva utilizzata per il trasporto dell’acqua

I pilla

La famiglia prende il nome dalla pilla, appartenenti ad una comunità oriunda già presente nel XVII secolo, con radici ben radicate in quella che ora possiamo definire la provincia pavese. Commercianti affermati comperarono innumerevoli terreni agricoli per coltivare le primizie e successivamente commerciarle, in primis nei paesi limitrofi, per passare a territori più lontani man mano cresceva la loro ricchezza. Un’ altro esempio di attività svolta da questa famiglia, era la costruzione di mattoni per l’edilizia del ‘epoca, e della famosa “pilla”, creata inizialmente con la terra cotta, per passare successivamente alle primordiali malte cementizie dell’epoca. Questo uno dei motivi per i quali troviamo radicata questa antica famiglia in zone adiacenti ai fiumi, per esempio nella bassa padana vicino al fiume Po’, dove la tipologia di terreno, per lo più argilloso, si adattava meglio alla realizzazione di questi manufatti. Pur in continua espansione, questa famiglia, si avvalse di punti strategici nel territorio lombardo piacentino, luoghi come detto prima adatti per la coltivazione e per la reperibilità dell’argilla necessaria per la costruzione della “pilla”. Le fonti storiche ci hanno permesso di evidenziare due zone in particolare dove operavano, i feudi di Gerrechiozzo, e San Protaso. Gerrechiozzo, è l’attuale Frazione Rotto di Cava Manara, in provincia di Pavia, luogo limitrofo al fiume Po,’ dove ancora noi possiamo trovare le primordiali cascine e terreni di questa antica famiglia, i quali sono ancora oggi di proprietà dei Pilla, immobili e terreni acquistati grazie al commercio delle primizie e alla costruzione della “pilla”, attività procrastinate nel tempo, come si evidenza nei documenti parrocchiali di Pilla Camillo classe 1818.

Arma o blasone dei Pilla

A testimonianza della grande importanza di questa famiglia, ancora oggi all’interno della chiesa di San Protaso, frazione di Fiorenzuola d’Arda (PC), nella parte destra adiacente alla navata centrale, in una piccola cappella addobbata in stile settecentesco, conservata scrupolosamente, come se il tempo si fosse fermato, possiamo ammirare lo stemma di famiglia, riprodotto in stucco dei “Conti Pilla”, sostenuto da San Mauro Abate, al quale venne anche dedicata una delle chiese più importanti di Pavia. Chiesa di San Protaso costruita dalla stessa famiglia Pilla.

Stemma conti Pilla

Stemma che troviamo riportato nell’importantissimo manoscritto “Le antiche famiglie di Piacenza e i loro stemmi”, conservato scrupolosamente nell’archivio storico di Piacenza, nella sezione stemmario titoli comitali tavola XV. I Pilla, vennero insigniti dal Duca di Piacenza Ranuccio Farnese II, con lettera patente del 1674con il titolo di “Nobili di Piacenza”, e successivamente con la concessione comitale al conte Vittorio Pilla nel 1669. Nel feudo di San Protaso troviamo ancora oggi i resti di quello che furono i possedimenti della famiglia Pilla, in particolare il castello Torrione, costruzione risalente al 1300, in possesso dei Pilla dal 1669 al 1700.

Blasone o arma dei conti Pilla scolpito in stucco, situato nella chiesa di San Protaso (PC)

Pilla e legami parentali

Esponenti dei Pilla, grazie alla loro forza e al loro potere trovarono legami matrimoniali importanti, unendosi altre sì con due famiglie importantissime di quel tempo, gli Alberti, e i Nicelli. Degli Alberti troviamo ancora oggi un piccolo borgo nelle montagne dell’oltre Po’ pavese, al confine con Piacenza, un luogo dove il tempo pare si sia fermato, ”CASA PILLA”, frazione di Romagnese (PV), dove gli abitanti storici del borgo sulle loro carte di identità portano l’antico e importante cognome “ALBERTI”.

Letteratura

In questa nobile antica famiglia troviamo riferimenti storici inerenti a “Donna Giovanna di Crollalanza” prozia del famoso scrittore Araldo di Crollalanza, fautore del dizionario araldico “IL Crollalanza”.

Don Pilla Giovanni di Vittorio. Protaso 1743

Particolare attenzione và proprio a costui, il quale viene menzionato nei registri parrocchiali di Gerrechiozzo, feudo sul quale governava la potente famiglia Beccaria, infatti questa famiglia, aveva possedimenti sia a Pavia che a Piacenza, sicuramente i grandi nobili Beccaria decisero di assegnare una porzione di questi terreni ad una famiglia di loro conoscenza e di massima fiducia, ecco perchè troviamo Pilla Giovanni Vittorio di Protaso, menzionato in questi scritti. Pilla Vittorio discendente della famiglia dei conti Pilla di Protaso, si stabili nel territorio di Cava, assieme ai suoi genitori.

Molti rami collaterali di questa famiglia, come ad esempio i conti Pilla Nicelli, si estinsero, ma verosimilmente possiamo affermare che un ramo collaterale giunge a noi tramite Pilla Giovanni Vittorio 1743 nella bassa pavese, nel comune di Cava Manara, un tempo Gerrechiozzo, rappresentato dal Cav. di casa Savoia (Santi Maurizio e Lazzaro) nobile dei conti Marco Pilla.

Fonti storiche

Archivio parrocchiale di Gerrechiozzo Cava Manara (PV)

Archivio parrocchiale di San Protaso Fiorenzuola d’Arda (PC)

Archivio stortico di Piacenza palazzo Farnese

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